INTERVISTA A GIUSEPPE PALUMBO

Giuseppe Palumbo

Giuseppe Palumbo e lo Sputnik Comics: un ospite speciale per un evento speciale

Lo Sputnik Music Festival è ormai alle porte ed è tempo di presentare i personaggi che renderanno indimenticabile il prossimo 20 agosto. Ospite di spicco del festival dedicato alla cultura, all’autoproduzione, alla musica e al fumetto è il disegnatore lucano Giuseppe Palumbo, vero totem nel mondo fumettistico italiano con i vari Diabolik e Ramarro. Il prossimo 20 agosto il fumettista materano incontrerà il pubblico del Festival nella straordinaria cornice naturale della Terravecchia, cuore pulsante del centro storico pisticcese. L’artista materano racconterà la sua passione per il fumetto e la sua splendida carriera di oltre trent’anni che lo ha visto protagonista in Italia e all’estero.

  • Giuseppe Palumbo, importantissimo fumettista lucano, sarà ospite della seconda edizione dello Sputnik Festival. Come è nata la passione per il disegno e per il fumetto?

 La mia è una passione di famiglia, ereditata da mio padre e condivisa con mio fratello, una passione nata con me e sviluppatasi nel tempo con l’amore per il linguaggio del fumetto che alla fine è diventato il mio.

 

  • La sua carriera è ricca di personaggi fumettistici: da Ramarro a Martin Mystère, fino all’amatissimo Diabolik. Quale è il personaggio di fumetti con cui ha un legame indissolubile?

Sicuramente il mio Ramarro, il primo supereroe masochista. Ma è Diabolik il personaggio a cui ho consacrato ormai quasi 15 anni di lavoro e il maggior numero di tavole prodotte.

  • Per Lavieri Comics ha pubblicato un fumetto incentrato sul personaggio di Rocco Scotellaro, scrittore e uomo politico della sua Lucania. Come è nata l’idea e perché proprio Rocco Scotellaro?

 L’amore per la mia terra, per un personaggio complesso, per un grande poeta, per un suo racconto, in particolare, “Uno si distrae al bivio”, che molti avevano dimenticato e che ho voluto celebrare perché è forse una delle sue opere migliori, hanno contribuito in maniera determinante alla realizzazione di questo lavoro. A tutto questo, poi, aggiungi il progetto editoriale voluto con Lavieri per dare alle stampe nuove storie lucane che potessero dialogare con un pubblico nazionale; progetto che ha portato poi alle stampe anche altri libri come quello di Pino Oliva (“Matera 21 settembre 1943”) o quello scritto da Francesco Ditaranto (“Io dov’ero?”), o ancora quello che ho scritto per Giulio Giordano (“I cruschi di Manzù”).

  • Che legame ha con il suo primo personaggio, Ramarro?

 Ramarro è una mia creatura, è il personaggio che più di tutti delinea la mia visione del mondo e la mia dimensione di autore.

  • Secondo lei il fumetto in Italia ha la giusta valorizzazione oppure è considerato uno strumento comunicativo di seconda fascia? Cosa si sente di dire a chi considera il fumetto in questo modo?

 Intorno al fumetto esiste uno strisciante pregiudizio, duro da smantellare. Ma molto è stato fatto e oggi si può andare in libreria e comprare senza problemi opere di grande valore letterario e visivo, cosa che in altri tempi sarebbe sembrata impensabile. In questa svolta culturale hanno inciso in maniera determinante i decenni tra il ’60 e l’80 e poi i primi anni del Duemila.

  • Chi è il fumettista che rappresenta per lei un punto di riferimento?

 Indubbiamente Magnus, per la sua capacità di narratore curioso e attento, per la sua enorme capacità grafica, per il suo essere autore fuori da ogni schema.

  • Cosa ha rappresentato per lei la vittoria del Premio Attilio Micheluzzi come miglior disegnatore italiano?

 I premi che hanno costellato i miei trent’anni di attività sono sempre stati il segno di un apprezzamento forte nei confronti del mio lavoro da parte del pubblico, ma soprattutto degli esperti del settore e rappresentano sempre il rilancio di una sfida.

  • Il fumetto e la Basilicata: c’è o può esserci un legame tra la nostra Regione e questa forma comunicativa?

 Come dicevo a proposito del progetto con Lavieri, questo legame c’è. A questo poi aggiungi la presenza della RedHouse, scuola lucana di fumetti, a Potenza e Matera, della storica libreria di fumetti di Potenza, il Comicstore di Giulio Laurenzi, di manifestazioni legate al mondo del fumetto come Baloon a Policoro  o il vostro Sputnik Comics e il quadro è completo.

  • Perché la gente dovrebbe partecipare allo Sputnik Festival di Pisticci?

 Perché ci sono io, no?

 

  • Cosa consiglia ad un giovane lucano che cerca di avvicinarsi alla pratica del mondo del fumetto? Quali strade deve percorrere?

 Leggere e disegnare molto sono pratiche indispensabili. Essere curiosi, una pratica quotidiana. E poi fare rete con altri che, come il giovane lucano in questione, amino il fumetto. Magari non solo in Regione, ma estendendo sempre più i propri orizzonti.

Andrea Cignarale

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